Barbara Damiano mammafelice: “La felicità è realizzarsi come donne”

Barbara Damiano mammafelice

“Una mamma felice è prima di tutto una donna che ha fatto pace con se stessa, e che non smette di essere se stessa anche come madre”.

Barbara Damiano è una mamma  – e donna – felice, di nome e di fatto. Conosciuta appunto sul web come mammafelice, è tra le prime blogger italiane, segno evidente di quanto abbia compreso in tempi non sospetti tutte le potenzialità della rete. mammafelice.it è uno dei siti più conosciuti in internet: punto di riferimento per una tribù di mamme e non solo, conta più di 98.600 fan su facebook ed è tra i primi 1000 siti italiani più importanti in assoluto. Dal suo lavoro on line sono poi nati anche due libri, “Il manuale pratico della felicità” e “Mammafelice: essere mamma senza rinunciare a se stessa”.  Ecco a voi che cosa ha raccontato, ma prima un appunto personale: grazie Barbara, perché la tua determinazione nella ricerca del benessere personale spero sia di aiuto a tante donne e mamme che invece si trovano in un periodo buio della loro vita. Questa intervista a me ha messo subito il buon umore e la voglia di fare:)

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L’istinto materno cos’è? La dpp e l’essere madre

L'istinto materno- questo sconosciuto

Cos’è l’istinto materno? Ieri, girovagando per la rete, ho trovato per caso in un forum un post che s’intitola “Non è per niente bello avere figli”;  risale a 7 anni fa, ma per i contenuti potrebbe benissimo essere stato scritto oggi. Chi lo ha scritto era diventata mamma da poco e stava purtroppo molto male. Ecco lo stralcio finale:
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Depressione post partum: la Scala di Edimburgo per un’autovalutazione

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Abbiamo visto quali sono i fattori di rischio che possono provocare la depressione post partum, ma gli studiosi hanno anche elaborato una Scala di autovalutazione, la Scala di Edimburgo, a cui tu mamma puoi rispondere per capire se per caso hai bisogno di aiuto. Non costituisce di per sé una diagnosi di dpp, ma può essere un punto di partenza. Si tratta di un questionario che adesso ti propongo. Devi rispondere a tutte le domande e sommare il punteggio. In genere si esegue dopo due settimane dalla nascita del bambino.

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5 pensieri che passano nella mente di una mamma con la depressione post partum

 

baby blues comics

Dopo le 5 cose che non si devono dire ad una mamma che soffre di depressione post partum, mi sembra giusto condividere quali siano stati i miei interrogativi quando purtroppo mi sono ritrovata con la dpp. Sono pensieri credo estremamente comuni, ma siccome una caratteristica della verità – soprattutto se fa male – è quella di venire nascosta, ritengo che sia positivo condividere. Anche solo per dire: “Cavolo, ma allora non sono l’unica a provare questa cosa!”.

– Sono una cattiva madre. C’è questo video preso dal film Tutto parla di te di Alina Marazzi che esprime esattamente la sensazione che molte mamme hanno provato: quella di non vivere la maternità – e prima ancora il parto – in totale comunione con il figlio che sta nascendo, ma di essere estremamente egoiste perché hanno magari avuto molto dolore per la nascita del bambino e vorrebbero pensare solo a se stesse. (Io fra tutte)

– Non sono capace. Ti sembra che tutte le altre mamme siano più in gamba di te, ma soprattutto che a te naturale non viene nulla, come ti avevano detto. Non importa quanto ti rassicurano: tu ti senti ugualmente uno schifo.

– L’allattamento: che palle. Ok, qui mi giocherò molti punti, ma la mia esperienza non è stata affatto idilliaca, per questo Paola prende il latte artificiale da quando aveva pochi giorni. E comunque, anche per te mamma che allatti al seno, se ti fa male tutto, hai le ragadi e la piccola sanguisuga vuole sempre attaccarsi alla tetta, hai tutto il diritto di dire che pensavi la faccenda fosse più facile del previsto.

– Rivoglio la mia vita. Arriverà il momento in cui ciò accadrà, puoi starne certa, ma se all’inizio ti senti sopraffatta e pensi che sarebbe stato tanto bello tornare indietro, non preoccuparti: è più comune di quanto pensi, solo che non te lo dicono.

– Se il bambino non ci fosse stare meglio. Questo è ovvio per una serie di ragioni: non avresti le smagliature, la pancia sgonfia come un soufflé, le tette non ti farebbero male, dormiresti e avresti una vita sessuale. Senza contare che hai dei punti sull’addome se hai fatto il cesareo o nella vagina se hai fatto il parto naturale. Per smaltire tutto ci vuole tempo, a volte anche molto. Come puoi dire di essere un fiore? Si può pensarla così, ma credimi: con un po’ di aiuto e di fiducia passerà.

Foto credits: dal web – Rick Kirkman e Jerry Scott “Baby Blues”

Depressione post partum: quali i fattori di rischio?

Come stai di umore oggi

Innanzitutto bisogna chiarire una cosa: non è detto che i fattori di rischio ci siano sempre. Può capitare che ad una donna possa insorgere la depressione post partum senza che prima abbia mostrato alcun fattore di rischio oppure viceversa: pur con la presenza di qualche fattore di rischio non è detto che si possa sviluppare la dpp.

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Valentina Maran: “Sono una pessima madre e me ne vanto”

Valentina maran

‘Io scherzo sempre dicendo che i figli sono “piezz e core”, ma anche delle belle fette di culo’. 

Se provate a cercare il nome ‘Valentina Maran‘ su Google il primo risultato che vi verrà fuori è quello relativo al suo blog, uomochemilava. E’ il titolo di un suo romanzo erotico, ma non solo. In questo angolo personale, Valentina, copywriter freelance e autrice  di altri libri (li potete trovare qui), parla anche dell’essere mamma di due figli: Emma e Giovanni, nato a gennaio. Mi ha colpito molto il racconto del suo secondo parto e per questo ho deciso di intervistarla.

Quello che mi è piaciuto subito di lei  è il fatto di averlo descritto usando parole dirette e spietate: perché a volte non c’è proprio niente di bello e forse, aggiungo io, non è vero che la sofferenza passa, semplicemente ha più leggerezza, ma comunque rimane sempre lì. Diventare madri, passare attraverso quei momenti, ti cambia, non c’è niente da fare.

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Gisella Congia e i ‘Chiaroscuri nella maternità’

gisella congia

In un preciso momento di quelle lacrime, ho pensato che avrei voluto fare qualcosa per dare voce a quelle parole, anche questa volta soffocate dagli infiniti tabù del “devi essere felice” e basta…’

Gisella Congia è un’artista di Cagliari. Psicologa, inizia la sua conoscenza con la fotografia nel 1994. Con gli anni la forza del suo sguardo si afferma, vincendo anche numerosi premi sia nella sua terra sia in giro per l’Italia. Nel 2011 ha dato vita al progetto Chiaroscuri nella maternità, in cui ha fotografato 25 donne nella loro quotidianità di mamme, cercando di indagare – grazie alla potenza dell’immagine – che cosa significa veramente essere madri oggi. Da questo è nato un libro che riporta anche le testimonianze  sul rapporto con i loro figli.

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