Francesca Valla: “Essere mamma? Il lavoro più bello e difficile!”

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‘Anche se a volte è stato difficile –  sia come mamma sia come tata – ho capito che non potevo pretendere da me la perfezione’. 

Francesca Valla è la mitica Tata Francesca del programma SOS Tata. Ma non solo: ha 23 anni di esperienza nel settore educativo come insegnante di scuola primaria.  I bambini sono il suo pane quotidiano e chi meglio di lei può capire come aiutare una mamma in difficoltà? Nella sua carriera Francesca ha scritto diversi libri: l’ultimo, appena uscito per Mondadori,  si intitola “E’ facile fare la mamma… se sai come si fa”. Come a dire: diffidate da chi vi dice che mettere al mondo un figlio sia una passeggiata di salute. L’ho incontrata al Mammacheblog e abbiamo fatto una chiacchierata. Eccola per voi.

Il titolo del tuo libro sembra essere un po’ provocatorio: uno dei motivi per cui ad una donna può venire la depressione post partum è il fatto che prova dei sentimenti ambivalenti verso suo figlio, mentre tutti attorno le dicono che deve essere solo contenta. Esattamente come è successo a me. 
Infatti è un titolo provocatorio! Non è facile essere una mamma, nemmeno per una tata. Dalla tua esperienza tu m’insegni che è giusto dichiarare che sei stanca quando non ce la fai e che bisogna chiedere aiuto. Anch’io quando ho cominciato a pensare ad un progetto di famiglia con il mio compagno ho avvisato che ci sarebbero stati dei momenti di difficoltà: lo si deve dire senza vergognarsene.

Tu sei testimonial di Fiocchi in ospedale, un progetto di Save The Children che mira ad aiutare le neo mamme e anche i neo papà (che possono soffrire anche loro di depressione).  Che consiglio daresti alle madri in difficoltà?
Il consiglio che dò alle mamme è di fare cerchio, di non isolarsi, di confrontarsi con altre mamme: devono affidarsi all’aiuto di chi può capirle.

Come mai secondo te non si riesce a parlare di maternità con realismo e se ne evidenziano invece solo gli aspetti belli e quasi mai quelli meno piacevoli?
Non c’è niente di più bello nella vita, ma anche di faticoso che fare la mamma, quindi io credo che sia una questione di sopravvivenza. L’importante è che le agenzie che si occupano di mamme siano preparate ad affrontare le difficoltà.

Come mai hai deciso di scrivere questo libro?
Mi piace tanto il concetto di cura. Penso che se ognuno di noi si prendesse cura di qualcun altro staremmo tutti meglio! Nel libro ci sono le mie 10 “regole del cuore” quelle regole che sono importanti per entrare in contatto con i propri bambini. Per questo bisogna imparare a chiamare le cose con il loro nome. Le coliche chiamiamole coliche non “colichette”, come se fossero qualcosa di carino: una mamma che ci passa sa che non sono affatto uno scherzo!

Quali sono gli argomenti più richiesti dalle mamme durante gli incontri di formazione per i genitori di cui ti occupi anche come testimonial Chicco? 

Molte mamme mi domandano: “come faccio a farmi ascoltare di più da mio figlio?” C’è appunto il desiderio di entrare maggiormente in contatto con il proprio bambino, anche perché oggi spesso si agisce senza pensare. Ad esempio se io torno a casa la sera e mio figlio mi dice “brutta cattiva vai via” il mio primo istinto è quello di rispondergli: “sono stata a lavorare tutto il giorno per te e tu mi rispondi così? Adesso vai in castigo finché non mi chiedi scusa”. E invece il bambino con i suoi capricci ci sta dicendo una cosa importante: “mamma mi sei mancata”. Sta cioè esprimendo un disagio. Bisogna fare un passaggio di traduzione di quel linguaggio: a volte basta un abbraccio, un gesto semplice.
Al tempo stesso è importante che i bambini conoscano le emozioni dei genitori. Ad esempio si può dire loro: “la mamma è stanca perché ha lavorato tanto”. E’ un lavoro di pazienza: io dico sempre che ho metaforicamente “il sacco della pazienza” che magari può esaurirsi a fine giornata, ma è appunto fondamentale che i bambini imparino anche da ciò che esprimono  i genitori.

Tu hai una bimba di 3 anni. Quando eri incinta immaginavi che mamma saresti stata? E una volta nata la bambina, la mamma ideale e mamma reale sono andate d’accordo o “hanno fatto un po’ a pugni”?

Non mi sono immaginata: volevo imparare dalla mia esperienza. E soprattutto una cosa: anche se a volte è stato difficile –  sia come mamma sia come tata – ho capito che non potevo pretendere da me la perfezione.

…eccomi qui con Francesca, grazie mille!

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Foto credits: Ufficio Stampa Francesca Valla  

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