Un mese a 4. Perché la depressione post partum porta cose belle

Io e Vittoria

Ieri Vittoria ha compiuto un mese. E con lei anche noi come famiglia abbiamo compiuto i nostri primi 30 giorni a 4. Devo dire che pensavo peggio: certo, a volte è faticoso gestire i momenti di gelosia di Paola e i pianti di Vittoria, ma credo che sia merito del lavoro di terapia svolto in questi anni il fatto che non mi sia fatta prendere dal panico.

Certo, ho avuto dei momenti di sconforto in cui ho pianto perché la nuova organizzazione mi sembrava un lavoro insopportabile, ma niente di paragonabile all’angoscia che mi attanagliava dopo la nascita di Paola. D’altronde lo dicono tutti quelli che mi conoscono: il mio atteggiamento è decisamente più positivo.

Continuerò i miei incontri con la psicologa comunque. Non subito, visto che le giornate passano in un lampo e il sonno è sempre troppo poco, ma non intendo abbandonare il processo di conoscenza di me stessa. Di una cosa sono sicura: della mia forza. Non avrei mai pensato di resistere 14 ore senza epidurale eppure ce l’ho fatta.

Credo di essermi sempre nascosta in questi anni.  Mi sono sottovalutata, cresciuta a pane e sensi di colpa con la solita domanda: “ma sei capace di fare questa cosa?” quando provavo a buttarmi in una nuova avventura. E allora, siccome era la prima volta che la facevo e non ne ero capace, abbandonavo l’impresa prima di fallire.

Le mie figlie mi insegnano quotidianamente che non puoi scappare. Che devi svegliarti anche quando muori di sonno perché bisogna dare il biberon. O giocare con la casetta di Peppa Pig quando vorresti solo spiaggiarti sul divano. E una mamma e un papà scoprono di poterli superare i propri limiti, di essere capace di fare delle cose che non ritenevano possibili.

E’ bello essere in 4. La vita è incasinata, ma ci ritrovo bene.

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4 comments

  1. Elisabetta

    è proprio vero…i nostri figli insegnano 🙂

  2. Simona

    Sei una grande donna e una grande mamma!
    bacioni!

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