Katiuscia Bonato, L’HO USCITO IO! ( MAMY BLUES ): perché della depressione post partum si può parlare anche col sorriso

Katiuscia Bonato L'ho uscito io!

Katiuscia Bonato è un’attrice bravissima. Ha tanta esperienza alle spalle, ma l’ho conosciuta – per caso come tutte le cose migliori della vita – grazie al suo spettacolo che parla di maternità e di depressione post partum. Sono contenta che anche il mondo dell’arte affronti un tema così difficile: non sempre si è pronti ad accoglierlo, ma per fortuna Katiuscia è riuscita ad entrare nel cuore del suo pubblico. Ecco quello che mi ha raccontato.

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Perché è così difficile dire che non si vuole allattare?

allattamento al seno

Sto continuando ad andare in terapia perché penso che mi faccia bene avere un supporto durante questa seconda gravidanza e devo dire che finora il lavoro è stato difficile, ma sta portando dei risultati. Ormai mancano due mesi e mezzo alla nascita della nuova bambina e andrò incontro ad un taglio cesareo programmato (lo so che potrei tentare un Vbac ma l’esperienza terribile del parto di Paola non mi fa vivere serenamente la possibilità di un parto naturale).

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Depressione post partum: 5 motivi per cui le donne non riescono a chiedere aiuto

Depressione post partum

Ho sottolineato tante volte l’importanza di chiedere aiuto nel momento in cui ci si accorge che qualcosa non va. La depressione post partum – non mi stancherò mai di dirlo – è una malattia curabilissima, ma va trattata con l’aiuto di un esperto. Non passerà da sola, anzi peggiorerà. Eppure molte donne fanno fatica a rivolgersi ad uno psicologo, alla Asl o a qualche associazione che si occupa di dpp (qui a proposito qualche indirizzo utile).

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Sonia Peronaci mamma: “Cerco di conciliare lavoro e famiglia, ma alla sera cucino sempre per le mie figlie”

 Sonia ser (28 di 96)

‘Ho avuto sempre un senso molto forte di maternità quindi per me non esistevano grandi difficoltà. Sconforto un po’ con la prima figlia sì…quando non sai come farla smettere di piangere, non hai ben capito quando ha una colica…però diciamo che è durato solo i primi mesi’. 

Alzi la mano chi non conosce Sonia Peronaci. Nessuno, vero? Lei è infatti la mente e il cuore di Giallo Zafferano, il portale di cucina più famoso d’Italia con i suoi 3,2 milioni di utenti unici e le oltre 2,8 milioni di applicazioni scaricate su mobile. Da questo grande riscontro sono poi nati due libri: ‘Le mie migliori ricette’, con le 130 ricette più amate e cliccate dagli utenti sul sito e ‘Divertiti Cucinando‘, che ha venduto solo con la prima tiratura 50mila copie. A novembre 2013 GialloZafferano è sbarcato in tv sul canale FoxLife con “In cucina con GialloZafferano” dove Sonia ha proposto 120 ricette adatte a tutte le occasioni.

Sonia e suo marito Francesco hanno fondato la loro ‘creatura’ nel 2006 lasciando i rispettivi lavori per credere in un sogno. Sonia è però anche mamma di tre figlie e visto che è anche un’imprenditrice di successo, le ho chiesto come vive la sua maternità conciliandola con il proprio lavoro. Ecco cosa ha raccontato.

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Maternità all’estero: Maria e la sua bambina che nascerà in Colombia

maria

‘Farò di tutto per avere un post parto il più sereno possibile’. 

“Ormai sono quasi alla fine. La data prevista del parto è il 16 luglio, spero di arrivarci sana e salva…anche perché mio marito partirà il 20 giugno per il Brasile e la bimba dovrà mettercela tutta ed aspettare il ritorno del suo babbo per venire al mondo…”.

Mi sono chiesta come venga considerata la maternità in altri Paesi del mondo. Io penso che in Italia siamo ancora molto indietro: si sa che le famiglie sono pochissimo incentivate e che spesso anche sul posto di lavoro diventare madri è un’ostacolo. La stessa depressione post partum potrebbe essere affrontata meglio se ci fosse una rete di aiuti sia prima sia dopo il parto. A volte – non so cosa ne pensiate – mi sembra che da noi  la maternità venga vista come una “rottura di scatole”, almeno dal punto di vista psicologico. Se infatti gli interventi prenatali sono presenti in gravidanza – qualcuno dice anche fin troppo – una volta che il bimbo è nato sono fatti tuoi: la salute della madre ad esempio passa in secondo piano e invece secondo me dovrebbe andare di pari passo con la crescita del bimbo. Non è un caso che solo in Lombardia 1 donna su 3 soffra di depressione post partum.

Ho deciso pertanto di chiedere a chi di voi lo vorrà di raccontarmi  la sua storia di mamma che ha vissuto o sta vivendo una gravidanza in un Paese straniero (la mail è valentina@post-partum.it), per capire se anche nel piccolo si può cominciare a cambiare il modo di considerare la maternità anche qui in Italia.

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