Silvia Gianatti: “Alle neo mamme dico: dormite!”

Silvia Gianatti

Fortunatamente sta un po’ scomparendo l’idea di mamma perfetta, lasciando spazio a un po’ più di realismo. Detto questo non è neanche tutto così difficile, faticoso, imperfetto come a volte viene dipinto. Il mio filone preferito è quello della verità’. 

Silvia Gianatti è giornalista, scrittrice, sceneggiatrice: scrive fumetti, libri e articoli per diverse testate (Mondadori, Condé Nast, Panini e Walt Disney, tra gli altri). Oltre a questo è dotata di grande senso dell’umorismo ed è mamma di due bambini: una bambina di 4 anni e mezzo e un maschio di due. Ha un blog molto seguito su Style, guardache.style.it, dove racconta la sua avventura “mammesca”. Proprio sul mestiere più difficile del mondo ha scritto due libri: “Guarda che è normale” (2013) di cui ha fine giugno di quest’anno è uscito una sorta di seguito: “Guarda che sono due“. Le ho chiesto di raccontare la sua esperienza e l’intervista è molto spiritosa. Buona lettura!

Silvia, è appena uscito il tuo nuovo libro “Guarda che sono due! La supermamma fa il bis”. Che cosa ti ha spinto ad avere un altro figlio e poi ovviamente a scrivere un secondo capitolo del tuo grande successo “Guarda che è normale! Siamo tutte supermamme”?

Ho sempre detto che ne avrei fatti due. Perché sono figlia unica e sono stata benissimo da figlia unica ma non volevo che lei fosse figlia unica. Non fa una piega il ragionamento, no? Come il secondo figlio anche il secondo libro è stato un proseguimento naturale. Sono una mamma che non ama fare differenze e se lei aveva avuto il suo libro doveva averlo anche lui (o semplicemente lavoro in editoria da troppo per non vivere tutto con un piano editoriale: quando pensi a un libro, se possibile, devi già avere in mente il suo seguito, direi che qui è stato facile trovarlo).

Una domanda che faccio sempre alle mamme che intervisto: come sono andate le tue due gravidanze e com’è andato il rapporto tra mamma ideale e mamma reale? Sono andate d’accordo o si sono prese un po’ a cazzotti?

Gravidanza 1 liscissima. Anche con difese naturali meravigliose tipo non fatemi vedere un bicchiere di vino, mi viene la nausea, figuriamoci il fumo. Gravidanza 2 mi sarei ubriacata. Gravidanza 1 in forma fino all’ultimo, gravidanza 2 acciaccata alquanto. Ma insomma, direi che è andata molto bene entrambe le volte. Dei parti non ne parliamo e pensiamo solo a chi li fa in tre spinte. Io no. Delle mie idealizzazioni a contatto (e cazzotti) con la realtà devo dire che ho dato il meglio di me con la frase “i giochi dei miei figli non staranno mai in soggiorno, hanno la loro cameretta, giocheranno in cameretta”. Ti lascio immaginare il resto, mentre vado a raccogliere tre camion e cinque Barbie sul divano.

Copia di silvia

Hai frequentato il corso pre parto? Ritieni che ti sia servito?

Assolutamente sì. Non tanto per le cose che ti insegnano (anche) ma soprattutto perché solo al settimo mese e mezzo, quando ho iniziato a frequentarlo, ho realizzato la mia condizione di panciona, in mezzo a altre pancione, iniziando a parlare del nostro status comune. Fino ad allora avevo continuato a correre senza realizzarlo al cento per cento. È con il corso preparto che ho iniziato a diventare mamma per davvero.

E’ cambiato il tuo modo di essere madre da un figlio a due?

Direi che sono la stessa mamma. Due volte più stanca, due volte più richiesta. Però anche due volte più contenta. È anche bello non avere più un solo centro del mondo, ma due. E soprattutto è bello vederli insieme, quei due.

Ho letto il tuo primo libro dopo aver appena partorito mia figlia Paola, nel pieno della depressione post partum. In quei momenti mi ritenevo una madre terribile, però mi sentivo un pochino sollevata quando leggevo che i tuoi timori e i tuoi dubbi erano gli stessi che stavo provando io. Mi dicevo: “Anch’io allora sono una super mamma!”. Scrivere per te è stato un modo per affrontare questo momento così sconvolgente nella vita di una donna?

Ti dirò che ho iniziato per caso, perché sono grafomane. Scrivo per lavoro, ma scrivo anche per me da sempre perché ho pochissima memoria, dimentico i pezzi di vita, anche i più importanti, chissà perché. Quindi ho iniziato a farlo per raccontarmi, lei aveva già otto mesi, avevo bisogno, dopo aver letto di tutto nella fase iniziale in cui avevo bisogno di “sapere cosa fare”, di appuntarmi quello che stava succedendo ed era successo a me, scoprendo che stava succedendo anche a tutte le altre neomamme (o quasi). In poco tempo quindi ci ho visto un possibile libro. Quello “terapeutico” è stato il secondo, “Guarda che sono due”. Avendo vissuto tutto più di corsa, divisa per due, mi ha aiutato a tirare fuori dettagli che avevo dimenticato, cose di me che non avevo realizzato.

Tu sei giornalista: secondo te con quali parole viene oggi rappresentata la maternità?

Fortunatamente sta un po’ scomparendo l’idea di mamma perfetta, lasciando spazio a un po’ più di realismo. Detto questo non è neanche tutto così difficile, faticoso, imperfetto come a volte viene dipinto. Il mio filone preferito è quello della verità. Mi piace chi racconta le difficoltà, ma mi piace anche chi racconta le cose belle. Le mamme ci sono da sempre e ci saranno per sempre. Non è una gara di bravura (tanto sbagliamo tutte un sacco, mettiamoci tranquille). Un po’ di onestà in più ogni tanto non farebbe male.

Esistono delle bugie sulla maternità?

Ne esistono tante. A partire da “l’allattamento è la cosa più naturale del mondo” alle gioie del parto naturale (gioie, davvero?), da “se piangi non sei contenta e allora non sei una brava mamma” a “è impossibile arrabbiarsi con i bambini”. E tanto altro ancora. Può essere tutto vero, ma se una mamma sceglie un’altra strada o esprime sentimenti contrari all’idea comune viene ancora guardata con occhio storto e giudicante. Io dico che ogni singola mamma ha la sua verità e quella verità è l’unica da seguire. Punto. Tanto la mamma ha sempre ragione, lo dice anche il proverbio, no?

Visto che i tuoi due libri forniscono anche tanti consigli utili, ne sceglieresti uno, secondo te imprescindibile, da dare alle neo mamme e alle neo mamme bis? 

Uno solo, uno facile. Dormite. Appena possibile, soprattutto se le notti sono un inferno. Senza raccontarsi che non c’è tempo. I piatti li laverete domani, fa niente se è tutto in disordine. Per mettere a posto c’è sempre tempo. Per recuperare energie no. E le mamme che sorridono sono quelle che dormono. E se stanno bene le mamme stanno bene anche i bimbi. Giuro. Quindi lo so che non è sempre facile, ma almeno provateci (sì, vale anche dormire tutti insieme nel lettone, se il risultato è una sana ronfata).

copertina

Foto credits: Silvia Gianatti Copertina: Ufficio Stampa Fanucci Editore 

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