Giada Mammachevita: “Non esiste un modo giusto per essere mamma”

Giada Lopresti Mammachevita

‘Ho dovuto assolutamente capire la mia nuova identità. Alla nascita di Cesare infatti non ho avuto quel colpo di fulmine che credevo di provare. Mi ci è voluto un po’ per riconoscermi come mamma e abbracciare il mio piccolo come mio’. 

Giada è una ragazza milanese che si è trasferita al Sud per amore. Conosciuta in Rete come “Mammachevita” – dal nome del suo blog – è mamma di Cesare, che a novembre compirà due anni, e sta per diventarlo di “Boh” (non ha infatti voluto sapere il sesso) che nascerà invece a giorni. Sono riuscita ad “acchiapparla” prima che le si rompessero le acque e mi ha raccontato la sua idea di maternità.

Giada, una domanda di rito: come sono andate le tue gravidanze – visto che la seconda è agli sgoccioli – e con il tuo primo figlio la mamma ideale e la mamma reale sono andate subito d’accordo o hanno fatto fatica a convivere?

La prima gravidanza mi ha creato problemi di salute solo all’inizio, circa intorno al secondo mese. Ho avuto un parziale distacco della placenta: un bel colpo. Ma Cesare si è tenuto aggrappato con unghie e denti e il novembre dello stesso anno è nato. Quell’incidente di percorso ha creato solo dei disagi ai parenti nel senso che mi trattavano tutti come una bambola di porcellana e non mi era consentito fare nulla (questo per tutti e nove mesi).

Questa seconda gravidanza invece direi di averla vissuta fisicamente in ottima forma, a parte i classici e comuni fastidi (come nausee, lievi giramenti di testa, ecc…) non ho mai sofferto di nulla e da una parte è stato meglio così visto che comunque ho scoperto di essere in attesa il giorno del primo compleanno di Cesare e se fossi dovuta rimanere a letto, stargli dietro sarebbe stato complicato. Mio figlio è stato per nove mesi la mia palestra personale!!

Per quanto invece riguarda la difficoltà nel far convivere questi “due tipi di mamma”, non ho trovate nel ricoprire entrambi i ruoli da subito, o almeno non a mia memoria. Ho sempre cercato e cerco tutt’ora di essere una buona madre e per il momento credo che i miei sforzi siano stati ampiamente ripagati quindi probabilmente ho trovato il giusto equilibrio senza eccessivi sforzi.

Hai frequentato il corso pre parto? Pensi ti sia servito?

A dire il vero con la prima gravidanza no. Non sono della zona dove vivo e non sapevo onestamente dove e a chi chiedere in merito. Tra l’altro mi avevano detto che nella clinica dove partorivo non lo facevano (e non era vero). Sono arrivata al parto si può dire vergine (che battuta!) e ammetto di aver incontrato qualche problema nel modo di vivere tutta la situazione. Mi ero ripromessa che se avessi avuto un secondo figlio lo avrei fatto e così lo sto frequentando ora. Ho fatto solo due lezioni e perse altre due, ma quanto meno anche se andassi con queste uniche alle spalle, vado con qualche conoscenza in più rispetto alla prima volta, unita al mio bagaglio culturale ed emotivo del primo parto. Lo ritengo comunque un corso davvero utile e consiglio a tutte le donne di frequentarlo.

Purtroppo questi ultimi giorni della tua seconda gravidanza sono stati segnati da dei problemi famigliari importanti, al punto da dire che stati vivendo una sorta di depressione pre partum. Te la senti di parlarcene?

Mi fa molto male parlare della mia situazione attuale, anche perché sono situazioni comuni che però stanno passando in un momento molto delicato della mia vita, in cui avrei bisogno di tutto l’opposto di quello che sto vivendo. È un discorso molto lungo e complesso e servirebbe un libro per parlarne, l’unica cosa che posso dire è che non auguro a nessuno di passare quello che sto vivendo io in un momento come questo. È una situazione difficile indipendentemente da tutto il resto, ma indubbiamente i miei ormoni impazziti e la mia gravidanza non ne stanno giovando. Spero solo che finisca tutto presto e, se non fosse chiedere troppo, anche in meglio.

Qual è il tuo rapporto con la maternità? Ti sei sentita una mamma fin da subito oppure hai dovuto capire la tua nuova identità?

Ho dovuto assolutamente capire la mia nuova identità. Alla nascita di Cesare infatti non ho avuto quel colpo di fulmine che credevo di provare. Mi ci è voluto un po’ per riconoscermi come mamma e abbracciare il mio piccolo come mio. Avevo molti timori e molte paure, ma anche grazie al mio compagno le ho superate tutte e dopo poco mi sono immedesimata alla grande nelle prove di mamma perfetta.

Ti reputavi una mamma informata mentre eri incinta? 

Abbastanza, ho passato la mia prima gravidanza costantemente leggendo su riviste e web qualsiasi cosa mi sembrasse utile o che mi creasse il qualsivoglia dubbio. E devo ammettere che nonostante io abbia la fortuna, anche grazie al blog, di aver conosciuto centinaia di mamme, e nonostante con ognuna di loro ci sia stato più di un confronto, spesso solo assalita dai dubbi e vado a leggere. Credo che sia un mestiere molto duro e che come in tante altre cose non si finisca mai di imparare.

Visto che da mamma hai un blog indirizzato soprattutto alle mamme, secondo te come si parla di maternità in Rete? 

Io credo che la maternità sia un discorso individuale, ognuno di noi la vive a modo proprio e non esiste un modo sbagliato o uno giusto per viverla e forse tutto questo essere variopinti fa si che la Rete ci possa dare gli spunti e stimoli giusti per far parlare di maternità tutte le donne e così poterci confrontare. Ognuno di noi ha vissuto  le proprie esperienze e sostengo le mamme che le condividono in rete per essere d’aiuto ad altre mamme. Anche se gli argomenti più o meno sono sempre gli stessi, delle volte cambiano le opinioni, i punti di vista e le esperienze.

Secondo te si dicono delle bugie sulla maternità?

Ad occhio e croce direi di si. Ma forse non volontariamente o con cattiveria. Credo se ne dicano quando si cerca di imporre una propria opinione o una propria esperienza agli altri e dare per scontato che quello che si dice sia l’unica verità. Per farti un esempio banale: io uso il borotalco che mi ha salvato in moltissime situazioni, evitando a Cesare delle dermatiti. Alcune mamme invece lo demonizzano. Con questo non voglio dire che io faccio giusto nell’utilizzarlo e loro  sbagliato nel non farlo. È solo probabile che abbiamo scuole di pensiero diverse causate magari da esperienze diverse. L’importante è solo non imporre all’altro quello che secondo noi è giusto o sbagliato.

Un consiglio che vorresti dare alle future mamme o a quelle che lo sono appena diventate. 

Può sembrare banale, scontato o esagerato. Ma l’unico consiglio che mi sento di dare è di vivere i propri figli il più possibile. Di non avere paura di assecondarli con baci, braccia, coccole o “vizi”. Io non sono una mamma ad alto contatto, se devo rimproverare rimprovero, se devo dare la pacca sul pannolino lo faccio, ma in tutto questo ci sono dei limiti e mio figlio è abbastanza libero di fare ciò che meglio crede all’interno di questi limiti.

Non giudico chi dice sempre sì, come chi dice sempre no ma nemmeno lo condivido.  Credo che nessuno sia mai morto per un po’ di disciplina e che i bambini non vengano traumatizzati da una pacca sul sedere. Bisogna solo trovare un equilibrio sempre e se possibile seguire l’istinto, perché quello di una mamma è difficile sia sbagliato.

Foto credits: Giada Lopresti 
www.mammachevita.it

Leave a Reply

*

4 comments

  1. Giada

    E’ stato un vero piacere poter rispondere alle tue domande. Grazie ancora di tutto :***

    • Valentina Colmi

      Grazie a te Giada! E in bocca al lupo!

  2. MammaPiky

    Arrivo qui dal blog di Giada, curiosa di leggere le sue risposte e felice di scoprirti. Ci sono tante sfaccettature sulla maternità e non sempre tutte vengono affrontate anzi, diciamo pure che molte vengono nascoste, e il non sapere e non conoscere e’ il primo passo per il “fallimento”. Grazie perché il tuo contributo e’ di sicuro utile a tantissime mamme anche a chi c’è già passata perché l’esperienza della maternità non può essere mai racchiusa in dei confini.

    • Valentina Colmi

      Ciao Maria Elena, grazie mille per le belle parole. Anch’io penso che la maternità non sia racchiudibile in una definizione. Ancora oggi – a 15 mesi di distanza da quando è nata mia figlia – non so bene cosa significhi essere madre. Io faccio del mio meglio e questo penso sia l’importante:) Grazie ancora per essere passata a trovarmi!

Next ArticleSonia Peronaci mamma: "Cerco di conciliare lavoro e famiglia, ma alla sera cucino sempre per le mie figlie"