‘Una mamma per amica’: le Gilmore Girls creano dipendenza

Quando ero a casa e la mia giornata era scandita da preparare biberon – cambiare pannolino – dare il biberon – cambiare il pannolino – cullare Paola se aveva fame/sonno/voglia di un muffin ma non poteva perché non aveva i denti – mi sono “sparata” tutte le 7 stagioni di Una mamma per amica.

Perché? Fondamentalmente non lo so manco io. Prima di questa faccenda della maternità le ho sempre snobbate. In particolare non mi piaceva lei, Rory Gilmore, la perfetta ragazza che 1) è la prima della classe 2) è bella 3) ha dei fidanzati che per essere orrendi dovrebbero avvolgersi la faccia col nastro adesivo (e forse anche allora acquisterebbero fascino) 4) sa sempre cosa dire e quando dirlo 5) Il rapporto con sua madre Lorelay è quello che ogni figlia sogna. Certo, ha avuto degli alti e bassi, ma sempre con un obiettivo: renderle ancora più amiche (se no che gusto ci sarebbe?).

Ebbene, nonostante tutto, sentivo che in quel particolare periodo della mia vita avevo bisogno della fantasia. Non esiste un paese come Stars Hollow, in cui tutti si conoscono e  – nonostante i battibecchi – sono pronti ad aiutarsi l’un l’altro. Così come non esistono storie d’amore così ben raccontate, nella realtà. Perciò, visto che sognare è un’ottima attività (e non fa ingrassare!), tra una poppata e l’altra questa serie è assolutamente consigliata (forse non tanto la settima stagione, visto che non sapevano più cosa inventarsi).

In ogni caso stanno andando in onda le repliche su Sky, proprio dalla prima stagione. Provatele!

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