Fleur Indi di “16 Anni Incinta”: “Jamal mi ha fatto scoprire me stessa”




Dopo Marta e Sara, oggi è il turno della storia di Fleur Indi, una delle ragazze della prima stagione di “16 Anni Incinta – Italia”. Le sono particolarmente affezionata perché il suo piccolo Jamal ha solo due giorni di differenza con Paola e questo me l’ha fatta sentire sempre vicina. Finite le riprese, la vita le ha riservato alcune brutte sorprese, ma questa ragazza – nonostante abbia poco più di 20 anni – ha una forza straordinaria e anche io – che di anni ne ho quasi 35  – dovrei imparare da lei. Ecco cosa ha raccontato.

Una domanda che faccio a tutte le mamme che intervisto: quando hai avuto i tuoi figli com’è andato l’incontro tra mamma ideale e mamma reale? Sono andate d’accordo o si sono prese “a cazzotti”?

Ti confido che fino a prima di rimanere incinta non mi ero mai immaginata come “madre”, pensando al mio futuro mi vedevo come una donna forte, indipendente e cazzuta. Una di quelle che non ha bisogno di un uomo accanto per sentirsi completa. La realtà è stata devastante: non solo mi sono riscoperta fragile, ma ho dovuto accettare l’idea che, nonostante sapessi di non aver bisogno di un uomo accanto, io lo volessi ugualmente con tutta me stessa. Credo che l’amore sia anche questo in fondo…

Ho scoperto che (parere poco modesto, lo so!)  sono brava! Sono paziente, dolce, giocosa, ma anche severa quando serve. E, stranamente, più passa il tempo e più mi rendo conto di essere nata per fare la mamma.

Non c’è niente che non mi piaccia di questo, perfino il sentirmi così dipendente dai loro dolci sguardi.

La verità è che avere Jamal mi ha fatto sapere delle cose di me stessa che mi hanno cambiata per sempre.

Sono sempre io ma…diversa.

Hai avuto Jamal 17 anni, come hai vissuto la tua gravidanza? Hai mai avuto paura?

Ero così piccola, così incosciente ma decisa. Nella testa vedevo già i miei errori. Gli unici alleati sono stati i libri, i manuali. Non avevo persone a cui chiedere, qualcuno che mi desse qualche indicazione. E comunque non credo li avrei chiesti: volevo dimostrare di non aver fatto il passo più lungo della gamba, di potercela fare da sola. La pratica ,purtroppo, poi è diversa, e i libri fin lì non sono arrivati. Per fortuna l’istinto ha fatto la sua parte e la mia volontà di riuscire il resto. In qualche modo ce la siamo sempre cavata, Jamal e io, anche quando avevamo un pó paura. Il tempo ci ha fatto scoprire quanto stare insieme fosse l’unica cosa che serviva.

Come hanno accolto la gravidanza le persone che ti vogliono bene? E a scuola com’è andata?

Inizialmente la mia famiglia l’ha presa molto male: sapevano che avrei sofferto e credo abbiano sofferto molto anche loro. Ci sono voluti alcuni mesi per riavvicinarsi. A scuola ho avuto molto supporto per fortuna, gli insegnanti si sono resi conto di quanto tenessi a finire gli studi e di quanto impegno ci stessi mettendo.

Hai frequentato il corso pre parto e pensi che ti sia stato utile?

Ho frequentato il corso pre-parto nella struttura nella quale ho poi partorito e devo ammettere che, avendo letto moltissimo su gravidanza, puerperio, puericultura e allattamento non mi hanno dato informazioni nuove ma mi è servito molto per fare amicizie con altre mamme e con il personale.

Che tipo di reazioni hai ricevuto e ricevi con il racconto della tua storia su Mtv?

Quando parlo con altre donne molto spesso non vengo compresa. Le ragazze della mia età generalmente non hanno figli e per loro la mia vita è stata avventurosa e fuori da ogni schema. Per  le donne più grandi e con famiglia, invece, sto facendo una vita difficile e che va oltre le mie possibilità  di sopportazione e comprensione, data la mia giovane età e la mia  poca esperienza.




Dopo la fine del programma ci sono stati dei cambiamenti importanti nella tua vita: ce ne puoi parlare?

Dopo la fine delle riprese la mia vita è andata avanti, come doveva essere. Mi sono diplomata, ho preso la patente e alla fine del 2014 io e il padre di Jamal abbiamo preso un appartamento da soli in un altro paese. Purtroppo alcuni mesi dopo ci siamo arresi all’evidenza di non essere fatti per stare insieme.  Dopo un po’ di tempo ho incontrato un’altra persona con la quale mi sono sposata e ho avuto un altro bambino che adesso ha due mesi.

Durante questi 4 anni Jamal ha mostrato degli atteggiamenti atipici che col passare del tempo mi hanno fatto preoccupare. È stato seguito da diversi specialisti che gli hanno diagnosticato l’autismo con ritardo mentale. È una situazione complicata e alcuni giorni risulta più difficile sopportare tutto questo. Ma Jamal non sarà mai solo, io sarò sempre al suo fianco.

Conoscevi la depressione post partum prima di diventare madre? E anche tu hai avuto dei momenti di sconforto?

Durante la gravidanza ho letto molto a riguardo ma non pensavo sarebbe successo a me…

Credo che prima di esserci dentro realmente, tutte la vediamo come una possibilità distante da noi.

Quando ne ho sofferto Jamal aveva già 9 mesi ed è stata molto dura. L’allattamento al seno fino a 12 mesi mi ha aiutato molto a superarlo, assieme agli incontri con uno psicologo per alcuni mesi.

Nonostante tu sia molto giovane, devi affrontare la quotidianità con Jamal, che è affetto da autismo. Come sono le tue giornate? Come ti gestisci con il nuovo bambino che hai appena avuto?

Le mie giornate sono piene. Tra Jamal, le terapie, la casa, il piccolo Samuel e i bambini di mio marito sono sempre incasinata ma ho un marito con cui,  nonostante lavori moltissimo, condivido tutto: dai doveri alle paure e i dubbi.

Come ti immagini tra 10 anni?

Tra 10 anni?! Le speranze sono tante in realtà ma non voglio farmi troppe illusioni. So che cercherò di fare il meglio che posso giorno dopo giorno. Per ora mi basta questo.

Foto credits: Fleur Indi Scattolin

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