Perché scelgo la felicità (nonostante il terrore)




Non so quanti di voi abbiano provato nella vita ad avere un attacco di panico. Io fino a gennaio scorso non sapevo cosa fossero, ne avevo solo sentito parlare. Quando ne ho avuto uno ho provato una sensazione di terrore davvero indicibile. Mi sono sentita mancare la terra sotto i piedi, visto che non riuscivo più a respirare. Ne ho parlato con la mia terapeuta e lei mi molto tranquillizzato, cosa di cui in questo periodo ho molto bisogno.

Quello che più mi dà fastidio è il fatto di essere fragile. In realtà la mia psicologa dice che io sono forte e che però mi giudico molto severamente. Infatti spesso nel mio modo di pensare ricorre il verbo “si deve/non si deve”. Io non ho accettato subito che dopo la depressione post partum avrei potuto non stare bene. Mi sentivo invincibile. Invece la terapeuta mi ha detto: “trasforma le tue debolezze in punti di forza”, un po’ come fanno i giapponesi nel Kitsugi, quando decorano i vasi rotti con l’oro, per valorizzare le crepe invece che nasconderle.

Io scelgo la felicità, nonostante tutto. Scelgo di tenermi le cicatrici che mi rendono la persona che sono. Forse più rompicoglioni, ma con una maggiore consapevolezza di dare il meglio di me per la mia famiglia e per le mie figlie. Non è semplice per me accettare che le cose possono anche farsi difficili, sapere che ci saranno anche giorni duri in cui ho paura di ricadere in quel buco nero che ingoia tutto.

Eppure anche questo è crescere, no? Spero che le mie figlie siano un giorno orgogliose di me, anche se la loro mamma qualche volta è acciaccata.

Foto credits: Pixabay

 

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