Corso di accompagnamento alla nascita: come lo vorrei

il corso preparto che vorrei




Come sapete sono stata a presentare post-partum.it a 1,2,3 PITCH al Mammacheblog. E’ stata un’esperienza fantastica, perché chi non conosceva questo sito almeno adesso sa cos’è. Non ho vinto purtroppo il master digitale che mettevano in palio, ma dopo la mia esposizione in tante sono venute a salutarmi e a dirmi che sono stata coraggiosa a raccontare la mia storia. Segno che qualcosa sta cambiando, certo, ma che ancora molto c’è da fare, visto che la depressione post (e pre) parto sono ancora un tabù. 

Tutto sta nel cambiare le cose dall’inizio, ciò da quando si scopre di essere incinte. La cosa più efficace sarebbe trovare un corso pre parto che seguisse la donna passati i tre mesi critici (sarebbe bello che ne durasse 9, anche come sostegno in caso di lutto perinatale, ma questa è un’altra storia) e poi anche dopo, una volta che il bambino è nato. Quindi, se proprio dovessi sognare in grande, ecco come vorrei il corso ideale:




  • a cadenza settimanale a partire dal 4 mese e non dalla 32esima settimana: bisogna che si parli dei dubbi della gravidanza, in particolare modo se si è al primo figlio (ma anche se si è al secondo o al terzo);
  • con donne già mamme che parlassero della loro esperienza, senza raccontarsi favole su quanto la maternità sia bella e completi una donna;
  • l’aspetto emotivo di una gravidanza è importante tanto quanto quello fisico: bisogna parlare di depressione pre e post partum senza che questo scateni il panico, ma come una possibilità che se dovesse accadere ci sarebbero tutti gli strumenti per guarire.
  • le madri e i padri dovrebbero essere messi sullo stesso piano, non relegare i papà a mero contorno e senza chiedere loro come si sentono (per questo una costola del corso dovrebbe essere dedicata solo a loro).
  • il corso dovrebbe continuare anche dopo la nascita, ancora con incontri settimanali, almeno fino alla fine del puerperio per sapere come sta andando e affinché si possano tirare fuori i dubbi e le perplessità, non solo legate a sonno e allattamento, ma anche a come ci si sente. Anche in questo caso si dovrebbero coinvolgere i papà, che hanno una funzione protettiva e di contenimento delle angosce materne. Perché i figli non sono solo delle madri, ricordiamocelo. 

Come vedete i punti non sono molti, però sono parecchio importanti. Certo, questo comporterebbe un maggiore investimento di costi e di personale, ma un enorme lavoro di prevenzione potrebbe servire a non dover correre rischi più gravi in seguito. E soprattutto diventerebbe normale parlare anche di aspetti più critici, senza provare la vergogna di chi si ammala e non lo dice per paura di essere considerata una pazza o una cattiva persona.

E questo non mi pare poco.

Foto credits: Pixabay

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2 comments

  1. Laura

    Ciao, sono pienamente d’accordo ed è quello che ho trovato per caso cercando su internet. Io cercavo un corso preparto di coppia proprio perché mi piaceva l’idea di condividere questa esperienza con mio marito. Abbiamo frequentato il corso insieme con delle lezioni serali presso l’Associazione Ostetriche Felicita Merati di Monza con l’ostetrica Alice, persona disponibile al di là di ogni immaginazione, ed è stata una bellissima esperienza. Lì ho continuato a frequentare lo spazio allattamento una volta a settimana avendo il supporto costante di un’ostrica e il confronto con le altre mamme che ti assicuro ti fa sentire meno sola soprattutto se hai entrambe le famiglie lontane. Ora che la mia bimba ha quasi otto mesi continuo a frequentare l’associazione per dei corsi come Nati in musica o Educare giocando per non parlare poi di incontri a tema sempre molto interessanti. Beh devo dire che sono stata davvero fortunata e auguro a tutte di vivere la gravidanza e anche il post con un supporto del genere…Per non parlare delle mamme del corso che sono diventate delle vere e proprie amiche

    • Valentina Colmi

      Bene Laura! Meno male che delle esperienze sono positive! E ce ne sono molte per fortuna!

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