Ostetrica Simona: “Il mio lavoro dalla parte delle mamme”

simona ostetrica

Simona è l’ostetrica che mi ha assistito durante il parto di Vittoria. E’ stata preziosissima perché mi ha tranquillizzato e mi ha calmato quando le contrazioni erano davvero molto forti. Mi sono sentita davvero ascoltata e protetta, anche nel favorire le posizioni migliori durante il travaglio. Ha visto nascere la mia bambina e devo dire che sono stata davvero contenta che ci fosse lei al mio fianco. Ecco che cosa mi ha raccontato del suo lavoro.

Mi puoi parlare del tuo percorso professionale per diventare ostetrica e di che cosa ti occupi attualmente?

Sono diventata ostetrica frequentando un corso di laurea triennale compreso tra le “professioni sanitarie”, a numero chiuso, ossia il Corso di Laurea in Ostetricia, che è il percorso professionale obbligatorio per poter esercitare il mio lavoro. In seguito ho approfondito la gestione della gravidanza del parto e del puerperio fisiologici iscrivendomi ad un corso annuale a Firenze presso la “Scuola elementale di arte ostetrica”, che è una scuola privata gestita esclusivamente da ostetriche e che a mio avviso è assolutamente la migliore in Italia per quanto riguarda il discorso formazione. Attualmente sono una professionista che si occupa della donna in ambito ostetrico e ginecologico all’interno di reparti ospedalieri e che ne cura l’aspetto infermieristico ostetrico ed emozionale

Qual è il ruolo dell’ostetrica durante la gravidanza?

L’ostetrica in gravidanza dovrebbe essere il riferimento principale per la donna e per la coppia, se parliamo ovviamente di una gravidanza fisiologica e cioè scevra da problemi .

La gravidanza è l’inizio di un viaggio importante che condurrà la donna fino al parto in un susseguirsi di tappe fisiche, ormonali e affettive.

E’ il percorso attraverso cui il corpo e l’anima della donna si trasformano per dare origine al nuovo, al bambino che arriva. 
La parte antica del cervello, l’ipotalamo, dove stanno scritte le competenze biologiche del processo riproduttivo, si risveglia e  trasforma piano piano la donna in madre.

La nostra realtà sociale ci ha fornito molti strumenti “tecnici” per affrontare la gravidanza e il parto in sicurezza sotto forma di analisi dettagliate del sangue e delle urine, ecografie di primo e secondo livello, indagini varie per prevenire patologie di vario genere.
 Seppure importante, l’approccio “medicalizzato” non è sufficiente. La donna ha bisogno anche di altro, di ritrovarsi, di ricollocarsi in una realtà che la mette sotto sopra, di essere seguita e ascoltata, di condividere con altre donne le sue emozioni. In questo cammino in genere entra in gioco l’ostetrica che è la figura che da sempre, dalla notte dei tempi, accompagna e ha cura delle donne e dei bambini in gravidanza, durante il parto, l’allattamento e il puerperio.

L’ostetrica ascolta, accompagna, cerca di far uscire le competenze da ogni donna: ha una funzione “maieutica”, tira fuori ciò che ogni donna ha dentro. Non prende il “posto di”, ma è “insieme”. Negli incontri individuali ascolta e aiuta la madre ad ascoltare a sua volta il bambino e a entrarci in relazione. Aiuta a fare il punto, a seguire le trasformazioni fisiche ed emotive e adattarsi. Conoscendo a mente il percorso, tranquillizza e rassicura la donna sulla “normalità” di ciò che le succede. Ma sa distinguere tra fisiologia e patologia e individuare, quindi, precocemente le situazioni a rischio che necessitano l’intervento di altri operatori (ginecologo, ecografista o altro specialista). Inoltre, l’ostetrica possiede strumenti importanti per accompagnare la donna nel percorso dell’attesa. Sono i corsi di preparazione alla nascita e di lavoro sul corpo. L’obiettivo di questi “incontri” è quello di facilitare il confronto tra donne e coppie che stanno vivendo la stessa esperienza al fine di promuovere uno scambio culturale ed emotivo, e fornire informazioni che aiutino le donne e le coppie a orientarsi per fare scelte più consapevoli e personalizzate.

Riflessioni fondamentali per scegliere liberamente come e dove partorire, come accogliere il proprio bambino, come allattarlo e entrare naturalmente in relazione con lui.

Quanto è importante la presenza di una figura come l’ostetrica dopo la nascita?

La nascita è un momento delicatissimo per il duo coppia-bimbo. Cambiano completamente lo stile di vita, la quotidianità, il senso delle cose e soprattutto la nuova creatura fa vacillare gli equilibri preesistenti alla coppia che si deve confrontare con il nuovo, e anche un po’ spaventoso ruolo di genitore. Un passaggio quindi che può mandare facilmente in crisi, rendere insicuri, generare un senso di incapacità e in cui tra l ‘altro spesso le interferenze esterne fanno da padrona . E’ per questo che credo sia fondamentale avere accanto una figura di riferimento come quella dell’ostetrica che conosce i meccanismi della nascita e del post parto e quindi rassicura, consiglia, sostiene e interviene nel caso in cui ci sia bisogno .

La mamma deve sapere di poter contare su una professionista che la sappia ascoltare e a cui possa rivolgersi in ogni momento . L’ostetrica dev essere presente, non per sostituirsi alla mamma ma per darle gli strumenti più giusti che la aiutino ad avere sicurezza in se stessa e nel bambino che è appena nato.

L’ostetrica durante il parto e nei giorni successivi può aiutare a prevenire la depressione post partum?

La mamma viene travolta da un turbinio di emozioni a volte più grandi di lei e difficili da gestire senza un adeguato supporto. Lei ha senz’altro in sé tutte le competenze necessarie ma sono competenze che scopre piano piano, che per emergere richiedono pazienza, cura, fiducia. Richiedono un dialogo continuo con il bimbo. Richiedono TEMPO . Ed è il tempo, proprio questo, che spesso manca, che non è più concesso. La depressione post partum è alle porte. La donna subisce pressioni da ogni dove, dai parenti, dagli amici, dagli operatori sanitari. Tutti a dirle cosa deve o non deve fare, come farlo, quando, dove. La si sottopone ad uno stress non indifferente e si rischia di mandarla in tilt sacrificando così anche il rapporto con il suo bimbo.

Ecco, io credo che l’ostetrica invece in questa fase debba aiutare la mamma a prendersi i suoi tempi, le debba insegnare a dare ascolto solo a se stessa e al suo bimbo, debba valorizzare l’importanza del suo ruolo materno e soprattutto debba fare da scudo con il mondo esterno e le interferenze che potrebbero minare il suo fragile equilibrio. Sì, penso che rappresenti la figura che possa arginare i danni di una possibile depressione post-partum.

Tu hai condotto dei corsi pre parto? E secondo la tua esperienza quali sono i dubbi o le preoccupazioni delle future mamme?

Non ho mai condotto corsi di preparazione al parto. Credo che i dubbi maggiori delle future mamme riguardino essenzialmente il dolore del parto. E’ tanta tanta la paura di non farcela, di non riuscire a gestire un dolore così forte, così intenso. Certo una paura comprensibilissima, tanto più se si decide di partorire in ospedale. L’ambiente è sterile, poco familiare e si è intimoriti dal terrore di fare brutta figura. Capita che gli operatori sanitari dicano alla donna quello che deve o non deve fare, non la lascino quindi libera di esprimere il proprio dolore come meglio crede. Poi le visite interne, le eco, i monitoraggi…. Insomma, affrontare le contrazioni in quest’ottica non dev essere affatto facile.

Bisognerebbe lasciar loro quanto più spazio possibile, quanta più intimità, e libertà di movimento …allora si, il dolore assumerebbe un’altra prospettiva, sicuramente più accettabile ed efficace.

Secondo te l’aspetto emotivo della maternità viene adeguatamente esposto nei corsi pre parto?

Toccare e far vivere l’aspetto emotivo della gravidanza è tutto nei corsi di preparazione al parto. Di questi ce ne sono veramente tantissimi e di generi diversi. Molti tralasciano completamente il discorso emotività, altri invece lo affrontano con intensità . Non si può fare un discorso generale perché ogni corso è a sé ed è strutturato diversamente a seconda di chi lo conduce.

Come ostetrica certo mi aspetterei e augurerei che il percorso di preparazione alla nascita fosse un viaggio all’interno delle emozioni di mamma e bambino. Questo A volte accade, altre no. Sicuramente però rispetto ad anni fa di passi in avanti ne sono stati fatti e noi ostetriche stiamo cercando di far passare il più possibile alle donne l’idea che la gravidanza sia un viaggio all interno delle emozioni più che un insieme di esami ed ecografie.

Quali sono invece i dubbi più comuni delle neo mamme?

I dubbi più comuni delle neomamme riguardano sicuramente l’ allattamento e il contatto con il bimbo. La prima paura è che non arrivi la montata lattea e che il bambino muoia di fame nel frattempo; poi si passa al timore di non avere abbastanza latte per saziare il proprio piccolo, o che il latte non sia nutriente. Beh, sfatiamo qualche mito. La montata lattea arriva SEMPRE e a TUTTE , solo i tempi sono diversi: a qualcuna arriva prima ad altre dopo. Nel frattempo il neonato si ciba del colostro che è il primo latte ed è presente sin dalla nascita (anche prima); è sicuramente in quantità minore rispetto al latte successivo ed è per questo che i neonati i primi giorni vogliono essere attaccati al seno molto spesso: perché per saziarsi hanno bisogno di un maggior numero di poppate. Inoltre il latte della mamma è SEMPRE nutriente per il piccolo e se ci sono problemi di peso, questi non dipendono certo dalla qualità del latte.

E poi, I NEONATI NON SI VIZIANO. Il contatto con la mamma è essenziale, li rassicura, li fa sentire protetti, ricrea un po’ l’ambiente uterino e calma i battiti del loro cuoricino, oltre che quello della mamma. Il contatto è un bisogno del neonato, non un suo capriccio, e come tale va assecondato .

Perciò Coccole a volontà senza paura!!!!

Leave a Reply

*

Next ArticleMaria Acquaroli di Masterchef 4: "La maternità mi ha cambiato profondamente"